PRIMO MARE
Grumi di sangue si sciolgono
nel tempio del mio tempo
e il vento di ponente mi trasporta
tra i capelli spettinati
di bambina in posa su una bitta.
Cerco me, nel mio mare,
per capire chi io sia,
come, perché e se vorrei
modificare la cornice del mio seno.
*
Ciondola nel vuoto dondolandosi,
ruota il collo, il pensiero incosciente,
cerca con lo sguardo un ingranaggio
che lo spogli da apatia sonnolente
per percorrere sentieri appena scorti;
nessun tornado o nebbia o pioggia,
né nube o sole o tuono,
al limitare
solo aria immobile e pallida,
e lui paziente
che attende l’incontro
con un soffio di brezza,
energetico miele di eucalipto,
per godere con amplesso lussurioso
e discendere al suo braccio,
al calare delle ombre, sopra il cosmo.
*
Il “nonnino” ha ritrattato la confessione.
Stamani, negando ogni addebito, ha subito dichiarato di aver ammesso la propria colpevolezza solo perché stanco dopo sei giorni di continui interrogatori.
Presidente: “Ma perché allora avete confessato?”.
Imputato: “Ho fatto soltanto ciò che la questura mi chiedeva”.
Presidente: “È vero che voi circuivate l’inserviente altoatesina Giovanna F.?”.
Imputato: “Alla mia età sto in piedi per miracolo”.
Riferendosi ai suoi precedenti, l’imputato ha detto di non essere mai stato un disertore austriaco: “Ho pagato tutti i miei errori; sono venuto in Italia e vi sono rimasto perché di sentimenti italiani. Sono come Cesare Battisti”.
(Il “Giallo del Caffellatte”, tratto da “Il Telegrafo” del 26 novembre 1963)
Stamani, negando ogni addebito, ha subito dichiarato di aver ammesso la propria colpevolezza solo perché stanco dopo sei giorni di continui interrogatori.
Presidente: “Ma perché allora avete confessato?”.
Imputato: “Ho fatto soltanto ciò che la questura mi chiedeva”.
Presidente: “È vero che voi circuivate l’inserviente altoatesina Giovanna F.?”.
Imputato: “Alla mia età sto in piedi per miracolo”.
Riferendosi ai suoi precedenti, l’imputato ha detto di non essere mai stato un disertore austriaco: “Ho pagato tutti i miei errori; sono venuto in Italia e vi sono rimasto perché di sentimenti italiani. Sono come Cesare Battisti”.
(Il “Giallo del Caffellatte”, tratto da “Il Telegrafo” del 26 novembre 1963)
*
È l’ora di ritirarsi nella foschia marina
per disinfettare le ferite,
sfogliare il libro del presente,
fotografarlo a debita distanza.
È l’ora di riabbracciare l’anima
per recuperarne il fulcro,
volgersi verso un segno, un altro sogno
e rientrare, a viva voce, nella vita.
E di nuovo dalla rupe di Lèucade nel bianco mare mi tuffo,ubriaco d’amore.( Anacreonte versi 31/376 P.)
L’oggi irradia la sua pelle chiara
ancor calda di letargo breve,
la pettina, la lava, l’ara tutta
l’attira a sé lasciandole una benda
a celare quanto a lei sta preparando,
il presente cala
i quadri del prossimo futuro,
e lei, raccolta la sua essenza, s’avvia
a penetrare la trama del destino.
*
Cadevano petali in seta su petali veri
mentre cantava il poeta i suoi versi.
- Che strano vecchio - pensava la bimba
ascoltando il poeta dagli occhi velati.
Poi riprese a giocare in un campo,
e il vento disfece il suo ciuffo
a pochi metri dal mare di maggio.
Marchiava la valle, la voce profonda
del vecchio poeta ormai cieco.
Cadevano petali in seta su petali veri
mentre cantava il poeta i suoi versi.
*
Immersa in versi
sconosciuti,
è strana questa sera
in cui l’aria rarefatta
non lascia trasparire
che ombre opache
ancor più incerte
delle sagome grigie
proiettate dai bambini
sui muri sbiaditi.
Chiudo gli occhi
e attendo i tuoi versi
che poi non sono miei
non sono rivolti a me,
ma parlano di me
senza saperlo
È l’ora di ritirarsi nella foschia marina
per disinfettare le ferite,
sfogliare il libro del presente,
fotografarlo a debita distanza.
È l’ora di riabbracciare l’anima
per recuperarne il fulcro,
volgersi verso un segno, un altro sogno
e rientrare, a viva voce, nella vita.
E di nuovo dalla rupe di Lèucade nel bianco mare mi tuffo,ubriaco d’amore.( Anacreonte versi 31/376 P.)
L’oggi irradia la sua pelle chiara
ancor calda di letargo breve,
la pettina, la lava, l’ara tutta
l’attira a sé lasciandole una benda
a celare quanto a lei sta preparando,
il presente cala
i quadri del prossimo futuro,
e lei, raccolta la sua essenza, s’avvia
a penetrare la trama del destino.
*
Cadevano petali in seta su petali veri
mentre cantava il poeta i suoi versi.
- Che strano vecchio - pensava la bimba
ascoltando il poeta dagli occhi velati.
Poi riprese a giocare in un campo,
e il vento disfece il suo ciuffo
a pochi metri dal mare di maggio.
Marchiava la valle, la voce profonda
del vecchio poeta ormai cieco.
Cadevano petali in seta su petali veri
mentre cantava il poeta i suoi versi.
*
Immersa in versi
sconosciuti,
è strana questa sera
in cui l’aria rarefatta
non lascia trasparire
che ombre opache
ancor più incerte
delle sagome grigie
proiettate dai bambini
sui muri sbiaditi.
Chiudo gli occhi
e attendo i tuoi versi
che poi non sono miei
non sono rivolti a me,
ma parlano di me
senza saperlo
per ritrovare nell’eco del ricordo
l’antico mare amniotico perduto
un inconscio ritorno vagheggiato
ad età inconsapevoli e felici.(F. Berardi)
l’antico mare amniotico perduto
un inconscio ritorno vagheggiato
ad età inconsapevoli e felici.(F. Berardi)
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